Ivana Ciao a tutti! Sono di Roma. Mi chiamo Ivana, ho 60 anni, sono vedova da venti, tre figli maschi, due nipoti maschi. Regina tra gli uomini, dicono i miei figli. Serva dei miei uomini, ribatto io!

Come avete potuto vedere dal programma Super Senior, sono semplice, istintiva, sincera. Sono nata nel rione Valmelaina, rione povero ma pieno di umanità, allora. Le famiglie si aiutavano fra loro e tutti sapevano di tutti. Avevamo poco, anzi niente. Le mie merende, quando c’erano, erano fatte di pane e olio. E la frutta? La domenica. Essendo l’ultima di sei figli, a me toccava sempre il cappotto rivoltato e gli abiti smessi delle mie sorelle. Ma questo non ha certo influito sulla mia adolescenza, che è stata felice, serena. Giocattoli, rari! La mia prima bambola era di celluloide, con gli occhi dipinti, fissi. Ma ero anche un maschiaccio che faceva scorribande con i coetanei, a caccia di lucertole tra gli immensi prati di margherite.

A sedici anni sono stata assunta come commessa alla Standa di Montesacro. Il lavoro mi piaceva, il contatto con il pubblico mi gratificava. Sono stata Miss Cortesia ed ho sempre cercato di andare d’accordo con tutti. Ho un ricordo bellissimo di quel periodo e delle mie amiche di allora. L’anno successivo incontrai l’uomo che sarebbe diventato mio marito. Fu il grande amore e vissi per dieci anni come in una favola. Poi tutto cambiò... e l’inferno durò quindici anni, fino alla sua morte.

Sola, con tre adolescenti, senza pensione, senza un soldo, vi lascio immaginare la mia vita... dopo. Furono anni duri, di privazioni, umiliazioni. Ma un proverbio dice: se c’è vento, fatti canna. Così feci! Il tempo passa e ora sono fiera dei miei tre uomini, sani, onesti, responsabili. Ma quello di cui vado più fiera è che tutto ciò è avvenuto onestamente. Non posso chiedere di più dalla vita: figli sistemati, buona salute, serenità. Ora è tempo di pensare a me: e fu così che feci il provino per Super Senior.

La convivenza tra dodici persone che non si conoscono, mai viste in vita loro, non è facile, neppure per me che ho un carattere molto accomodante e paziente. Il primo mese ci siamo studiati come boxeur sul ring alla prima ripresa. A tavola, educazione e self-control; ci passavamo il sale e i piatti con “Prego, dopo di te... Puoi cortesemente passarmi l’acqua?”

Dopo il primo mese, le cose cambiarono. Vennero fuori caratteri insospettabili: “Chi m’ha fregato la frittata che era qui?” Tuttavia io ero me stessa, un libro aperto. Se ero felice o se ero incazzata si vedeva, e non mandavo certo a dire ciò che pensavo! Non ho mai avuto problemi con nessuno, eccetto piccoli diverbi che si risolvevano nell’arco della giornata. Naturalmente fra noi c’erano antipatie e simpatie. E si vedevano, perché noi abbiamo fatto, credo, l’unico reality show vero! Genuino, senza taroccamenti di sorta.

Il primo mese ho diviso la stanza con Luisa, la genovese. L’unica cosa che mi dava fastidio di lei era il suo telefonino. Squillava a tutte le ore del giorno e della notte... Però forse la mia era una punta d’invidia, perché aveva un marito ancora innamorato dopo tanti anni di matrimonio.

Quando Antonella andò via, mi trasferii nella stanza con Liliana, la partigiana. Nonostante tra noi ci fossero diciassette anni di differenza, non dimenticherò mai le grandi risate che ci facevamo la sera in camera, facendo il verso ora all’uno, ora all’altro del gruppo. Liliana era una single, ed io sentendo i suoi amori, i suoi viaggi, vedevo in lei una sorta di donna capace di gestire in pieno la sua libertà, senza rimpianti, anche se non aveva avuto figli.

Io invece i figli li avevo, anzi li ho! E devo dire che sono la cosa più bella che ho ricevuto nella mia vita non facile. Con loro vado molto d’accordo. Non abbiamo mai, dico mai, avuto screzi o problemi. Credo di avere una gran bella famiglia...

Non mi sono mai risposata. Quando sono rimasta vedova a quarant’anni, tre figli piccoli, ero talmente presa dal lavoro... che non c’era, dalla scuola, dalla loro crescita, che mi sono ritrovata vecchia senza accorgermene. Ora sono tutti sistemati, hanno famiglia, figli... e io sono sola! Il mio compito è finito. Avevo nell’arco tre frecce da mandare il più lontano possibile. E così è stato.

Mi piacerebbe, non lo nego, una compagnia per me, una persona a cui volere bene... Ma guardandomi intorno ho visto che sono fuori corso, poiché gli uomini della mia età preferiscono le giovani. E non posso dar loro torto, godono finché dura. Tutto si consuma velocemente, anche i sentimenti.

Io, invece, sono rimasta indietro... Sono per i ruoli nella coppia, mi sento diversa dall’uomo, e ho compiti diversi rispetto a lui.
Forse per questo finora... non ho trovato nessuno.

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