Horror vacui
Io scrivo, scrivo, scrivo. Adoro scrivere. Odio gli spazi vuoti. Devo subito riempirli di scrittura. Per questo mia moglie mi ha lasciato! La sera, a letto, la pregavo di farmi scrivere frasi sul suo volto, sulla fronte, sulle guance morbide, sul mento, usando un pennarello sottile. Frasi che avrei completato sulla parete dietro al letto. Lei girava la testa. “Non farlo, cara.”, le dicevo. “Non posso scrivere sulla nuca, dovrei rasartela!”. Allora si che potrei scriverci sopra. Una tabula rasa da riempire di parole...
Ma lei mi ha piantato. Ho cominciato a scrivere su di me, ma troppi peli. Cercavo i punti glabri. Sotto le braccia, sopra e sotto i piedi, perfino sul pene ho scritto qualche parola.
Sognavo un corpo di donna nudo. Scrivere sui seni turgidi, sulla pancia, sulle gambe, evitando il triangolo di peli sul pube.
Mi sono portato donne a casa, ma solo una ha accettato di farsi scrivere, assicurandosi che avrebbe potuto cancellare tutto, lavandosi. Che peccato! Era così bella tutta scritta. Leggevo avidamente sul suo bel corpo, che poi giravo sulla schiena, come si volta pagina, per leggere sul lato posteriore, tutto scritto incluse le natiche morbide. Ma era difficile trovare la materia prima.
Provai allora con gli uomini, assicurandomi che fossero glabri. Ma anche loro pretendevano di poter poi cancellare tutto. Che spreco!
Pensai che sarebbe stato bello avere una nudoteca di corpi al posto di una biblioteca. Avrei potuto leggerli avanti e dietro. Meglio di un libro.
Ma bisognava che lo scritto fosse permanente e loro fermi. Feci in modo che restassero fermi per sempre, ma in maniera indolore, senza che se ne accorgessero... Una pillola nel drink e così via.
Ora sono in carcere. Al terzo libro, cioè al terzo corpo, se ne sono accorti. Hanno sostenuto che fosse una cosa che non si poteva fare. Hanno distrutto il mio prezioso lavoro. Solo la casa tutta scritta, dalle pareti ai mobili, dalle lenzuola agli asciugamani, ora disabitata, è rimasta intatta. Ma non mi permettono di andarci a leggere.
Ho chiesto un pennarello in carcere e mi hanno permesso di scrivere sui muri della cella. Ma quando ho detto ad una guardia carceraria di lasciarmi scrivere sul suo volto e sulle sue mani, mi hanno tolto il pennarello e messo in isolamento. È proprio vero che la gente non ama leggere.